Otto cittadini bosniaci condannati per incendi, ma assolti dall’accusa di disastro ambientale
In una recente sentenza di primo grado, otto cittadini di origine bosniaca sono stati condannati per aver causato incendi nelle zone di Mulinu Becciu e San Michele, vicino al campo Rom della 554, a Cagliari. Questi incendi, che hanno duramente colpito l’aria della regione per anni, hanno suscitato proteste continue da parte dei residenti locali.
Nonostante le condanne per gli incendi, i giudici hanno assolto gli imputati dall’accusa di disastro ambientale. Questa decisione ha suscitato perplessità in Stefano Deliperi, presidente del Grig, che ha combattuto fin dall’inizio presentando varie denunce. Deliperi ha dichiarato: “Attendiamo di leggere le motivazioni, lascia perplessi il fatto che non sia stato riconosciuto il disastro ambientale. Sarà necessario fare interventi di bonifiche molto ingenti, il che farebbe capire che i disastri ci siano stati”.
Le condanne sono state inflitte dal collegio presieduto da Giovanni Massidda, con i colleghi Giulia Tronci e Andrea Meredu. Le pene variano da tre anni di carcere per Dragon Ahmetovic, a due anni per Vesna Sulejmanovic. Oltre alla pena detentiva, gli imputati dovranno anche coprire i costi delle operazioni di bonifica e risarcire i residenti dei due quartieri affetti dai fumi degli incendi.
Nonostante la sentenza, rimangono delle questioni aperte. La mancata riconoscimento del disastro ambientale solleva dubbi sulla valutazione dell’impatto ambientale di tali incendi. Inoltre, la necessità di interventi di bonifica di grande portata suggerisce che i danni ambientali siano stati significativi, nonostante l’assoluzione da tale accusa.