DALL’ISOLA – In un’inedita mossa volta a sostenere il settore dell’allevamento e combattere il declino demografico nelle zone rurali, la Sardegna sta preparando l’arrivo di pastori dal Kirghizistan. Questo audace progetto è il risultato di un accordo in via di definizione tra la Coldiretti regionale e l’ambasciata dell’ex repubblica sovietica. L’obiettivo è duplice: fornire manodopera vitale all’industria dell’allevamento, che sta lottando per trovare pastori locali, e contrastare lo spopolamento delle zone interne dell’isola, che sono anche il cuore pulsante della pastorizia sarda.
Il progetto-pilota, ancora in fase di definizione, prevede l’arrivo in Sardegna di un primo gruppo di circa 60 pastori kirghizi, insieme alle loro famiglie. Questi pastori saranno assunti in una delle migliaia di aziende di allevamento dell’isola e verranno alloggiati in comuni colpiti dal declino demografico, dove centinaia di case sono rimaste vuote. Questa iniziativa rappresenta una svolta significativa nella storia dell’Isola, in quanto mira a rinvigorire il settore dell’allevamento e a mantenere vive le comunità rurali.
Il problema della carenza di pastori è diventato sempre più pressante in Sardegna. Le aziende di allevamento stanno lottando per trovare manodopera qualificata, il che mette a rischio la prosperità di questo settore economico tradizionale. La mancanza di pastori locali è diventata un problema critico, portando alla necessità di cercare alternative creative per garantire la sopravvivenza dell’industria della pastorizia.
L’arrivo dei pastori kirghizi potrebbe fornire una soluzione a lungo termine per questo problema. Il Kirghizistan, un paese dell’Asia centrale, ha una lunga tradizione di pastorizia e allevamento, ed è noto per i suoi pastori esperti. Portare queste competenze in Sardegna potrebbe rilanciare l’industria dell’allevamento sardo e garantire la continuità di una professione che è parte integrante della cultura e dell’economia locali.