CAGLIARI – L’energia rinnovabile ha guadagnato un ruolo di crescente importanza nel panorama energetico globale, ma l’aumento della sua presenza in Sardegna ha generato un dibattito acceso tra autorità locali, multinazionali e comunità locali. Con 300 richieste di impianti eolici e fotovoltaici attualmente in discussione, la Regione si trova di fronte a una decisione critica riguardo a come gestire questa crescente domanda di energia rinnovabile.
Al tavolo dei tecnici dell’assessorato all’Ambiente della Sardegna, si sono accumulati 264 procedimenti di competenza ministeriale, su cui la Regione può esprimere un parere consultivo, e circa 30 procedimenti di competenza regionale, che richiedono una valutazione di impatto ambientale da parte dell’assessorato stesso. Questi dati sono emersi durante la seduta congiunta delle Commissioni “Attività Produttive” e “Governo del Territorio” del Consiglio regionale, durante la quale l’Assessore all’Ambiente, Marco Porcu, ha fornito un quadro della situazione attuale.
Uno dei temi centrali dell’incontro è stata la crescente presenza dell’eolico e del fotovoltaico in Sardegna, che ha portato a parlare di un’eventuale “invasione” di queste fonti di energia rinnovabile. La preoccupazione è stata amplificata dalla crescente opposizione popolare nei confronti di nuovi impianti, in parte dovuta alla preoccupazione per l’ambiente e il paesaggio.
Alla luce dei numeri, durante l’incontro è emersa l’idea di sviluppare una proposta unitaria per gestire questa situazione. Questa proposta mira a limitare l’espansione indiscriminata degli impianti eolici e fotovoltaici in Sardegna, soprattutto da parte delle multinazionali dell’energia rinnovabile.
I dettagli su come verrà implementata questa proposta unitaria rimangono da definire. Si sta considerando se possa essere veicolata attraverso una richiesta di moratoria contenuta in una proposta di legge o se verrà intrapresa un’azione politica da parte della Giunta e del Consiglio regionale. La decisione finale potrebbe anche coinvolgere una discussione a livello nazionale, nella Conferenza Stato-Regioni.