Gli scavi in corso a Mont’e Prama, condotti dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna, continuano a svelare testimonianze di un antico passato ancora in gran parte da esplorare. Questi scavatori, sotto la guida degli archeologi Alessandro Usai e Maura Vargiu, stanno concentrando i loro sforzi nella parte meridionale della necropoli, che è stata soggetta a scavi sin dal luglio dell’anno precedente. Recentemente, sono state scoperte nuove tombe a pozzetto semplice, allineate lungo il margine orientale della strada, e una parte aggiuntiva della cosiddetta “discarica” che contiene una vasta quantità di pietre e frammenti di sculture nuragiche in calcare. Interessantemente, durante questi scavi, sono emersi frammenti riconducibili a modelli di nuraghe, anche se sembra che le statue siano assenti in questa specifica area. Questi frammenti contribuiranno notevolmente al processo di ricomposizione delle due grandi sculture di nuraghe a nove torri rinvenute nei saggi esplorativi del 2016, esposte attualmente nel Museo civico di Cabras.
Secondo Luigi La Rocca, Direttore Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggi del Ministero della Cultura, questi sono “i risultati dell’azione delle strutture periferiche del Ministero della Cultura impegnate nella tutela del patrimonio culturale, che completa il processo che parte dalla ricerca e culmina nella valorizzazione e nella diffusione delle conoscenze acquisite. La collaborazione tra la Soprintendenza ABAP per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna e la Fondazione Mont’e Prama è fondamentale per garantire che il patrimonio culturale possa essere condiviso con il pubblico”.
Monica Stochino, Soprintendente ABAP, ha sottolineato che “i lavori di scavo proseguiranno fino a giugno 2024, coprendo un’area più estesa rispetto al passato. Questo consentirà di scoprire nuovi elementi che contribuiranno a comprendere meglio il contesto attorno alla necropoli, sia nell’età nuragica che in periodi precedenti e successivi. Inoltre, si sta lavorando con determinazione per dare attuazione all’accordo siglato con la Fondazione Mont’e Prama, comprese le attività di catalogazione e restauro”.
Anthony Muroni, presidente della Fondazione Mont’e Prama, ha sottolineato che “i recenti successi delle ricerche condotte dalla Soprintendenza confermano la validità del percorso intrapreso per valorizzare il sito e il Parco archeologico naturale di Cabras. La Fondazione è pronta a contribuire alle ricerche e alla valorizzazione del patrimonio archeologico”.
Oltre alle altre scoperte, è stato rinvenuto un modello di nuraghe di tipo raro, con terrazzo quadrato, quasi completamente intatto e facilmente recuperabile. Dopo il restauro, questo modello arricchirà ulteriormente l’esposizione museale a Cabras, completando la filiera che va dalla ricerca alla valorizzazione del patrimonio.