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Trasformazione energetica in Sardegna, dalla miniera al futuro

Monte Sinni: l'evoluzione da miniera di carbone a centro d'innovazione sostenibile.

Nell’ambito della transizione energetica, la Sardegna sta dando una nuova vita all’antica miniera di carbone di Monte Sinni. Questa trasformazione è guidata da Carbosulcis, con la supervisione di Francesco Lippi dal 2019. Tra i progetti in cantiere vi sono l’implementazione di un parco fotovoltaico, la coltivazione dell’alga spirulina e la costruzione di una straordinaria torre dedicata all’analisi della materia oscura, quel segmento misterioso che rappresenta il 23% dell’universo.

Monte Sinni, situato a Gonnesa, a breve distanza da Cagliari, rappresenta un capitolo significativo nella storia energetica della Sardegna. Nonostante una possibile riapertura nel 2022, legata alle tensioni geopolitiche tra Russia e Ucraina che avevano interrotto le forniture di gas verso l’Italia, il costo di una tale operazione si è rivelato proibitivo. Di conseguenza, il percorso verso l’abbandono definitivo del carbone ha proseguito secondo i piani, con l’obiettivo di trasformare e valorizzare i siti di Nuraxi Figus e Seruci entro la fine del 2026.

Francesco Lippi, attuale dirigente di Carbosulcis, opera ininterrottamente per garantire che la trasformazione di Monte Sinni si svolga nel migliore dei modi. Durante un’intervista ha sottolineato l’importanza di guardare al futuro pur tenendo conto delle sfide del presente: «Nonostante la situazione critica del 2022, che vedeva l’Italia a rischio di una carenza energetica, l’investimento necessario per fermare il processo di chiusura della miniera avrebbe gravato eccessivamente sul bilancio statale».

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