Giovanni Portas, ex ambulante di frutta e verdura con qualche precedente con la legge, è emerso come il capo di un’organizzazione criminale che ha portato tonnellate di droga in Sardegna, trasformando un commercio modesto in un giro d’affari milionario. La sua residenza a Pitz’e Serra, sotto il controllo di telecamere di sorveglianza, fungeva da punto di scambio per la droga. Un segnale, come il cancello appena socchiuso, indicava la disponibilità a vendere. Durante le perquisizioni, i carabinieri hanno trovato i furgoni, precedentemente usati per vendere prodotti, ora vuoti, rivelando un passato dedito al commercio legale e illegale.
Portas, assistito dall’avvocato Marco Lisu, si è appoggiato a complici di alto livello. Paolo Gaviano, nonostante la semicecità, è stato coinvolto nel processo, beneficiando del domiciliari grazie al giudice per le indagini preliminari. Con un’enorme disponibilità di denaro, Gaviano ha facilitato l’acquisto di consistenti quantità di droga. Il suo stato di semicecità lo ha portato a fare affidamento su complici durante i ritiri di hascisc e cocaina.
A completare il terzetto di capi della droga è Gabriele Grabesu, 37 anni, proveniente da Sassari. La rete di distribuzione della droga coinvolgeva la Spagna, l’Albania e la Penisola, facendo sì che l’organizzazione movimentasse milioni di euro all’anno, con un giro d’affari stimato intorno agli 8 milioni di euro.