Quasi tre decenni sono trascorsi da quando la tragedia ha colpito la famiglia di Manuela Murgia, la giovane di 16 anni ritrovata deceduta a Cagliari nel 1995. Ora, dopo anni di interrogativi e dubbi, i suoi cari sollecitano un nuovo esame delle prove: la loro ferma posizione è che non si è trattato di un suicidio.
La convinzione che Manuela non abbia scelto di porre fine alla sua vita è rimasta inalterata nel tempo, nonostante siano trascorsi quasi trent’anni dal suo tragico destino.
In una giornata di gennaio, precisamente il 5, Manuela lasciò la casa nel quartiere di Is Mirrionis e non fece mai ritorno. Fu il giorno seguente che una chiamata anonima segnalò alle autorità il ritrovamento di un corpo senza vita nella gola di Tuvixeddu, rivelando poi che si trattava di Manuela.
Le conclusioni finali delle autorità stabilirono che la giovane aveva deciso di porre fine alla propria vita.” Questa frase intende comunicare che, secondo i risultati ufficiali delle indagini, la morte di Manuela Murgia è stata classificata come suicidio, nonostante la famiglia sostenga il contrario e richieda la riapertura del caso per indagare ulteriormente.