Coltelli tra i giovani Sardi, un allarme sociale

La crescente tendenza dell'arma bianca tra adolescenti preoccupa le autorità

Nel cuore della Sardegna, una tendenza inquietante sta emergendo tra gli adolescenti: l’abitudine di portare con sé coltelli in tasca o nello zaino. Carla Puligheddu, garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, esprime profonda preoccupazione per questa crescente propensione alla violenza, specialmente in seguito a un incidente drammatico a Macomer, dove un giovane studente di 15 anni è stato aggredito da un compagno.

Il fenomeno non è isolato ma segnala una tendenza dilagante, con una forte predominanza maschile. Un recente studio dell’Università di scienze applicate di Zurigo (ZHAW) ha messo in luce la sorprendente facilità con cui questi giovani riescono ad acquistare coltelli. Ancora più allarmante è il significato attribuito al coltello nella cultura giovanile: un simbolo di apprezzamento sociale e un’affermazione di virilità. La ricerca evidenzia che uno su cinque giovani ha portato un coltello al fine di guadagnare riconoscimento tra i pari.

La cultura del coltello tra i giovani diventa un emblema di “vera mascolinità”, dove non adeguarsi significa rischiare l’esclusione sociale. Questa pratica pericolosa non è solo una questione di status: per un giovane su tre, il coltello rappresenta una forma di sicurezza personale, particolarmente nelle uscite serali. Questa percezione contribuisce all’escalation della violenza, con un legame diretto tra l’abuso di alcol, droghe in adolescenza e comportamenti devianti in età adulta, incluso il ricorso alla violenza armata.

Puligheddu mette in luce una realtà sconcertante: giovani “impulsivi e violenti”, incapaci di gestire le proprie emozioni in maniera sana. La radice del problema risiede nell’educazione ricevuta, nelle dinamiche familiari e relazionali. L’istruzione si rivela un fattore chiave: i giovani più istruiti tendono a ricorrere meno frequentemente alla violenza e hanno minori probabilità di diventare vittime di essa.

Di fronte a questo scenario, la garante sottolinea l’importanza di valorizzare il ruolo educativo e culturale della scuola nella società. Le istituzioni scolastiche, spesso lasciate a gestire queste problematiche senza adeguati supporti, si affidano alla dedizione di insegnanti, dirigenti e personale per educare i giovani alla non violenza e prevenire future tragedie.

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