Dal carcere volva telefonare al fratello, senza autorizzazione. E siccome l’altro non rispondeva, ha iniziato procurarsi ferite. Poi, dopo essere trasportato in infermeria, ha inveito contro gli agenti, colpendone due. Entrambi gli agenti sono dovuti ricorrere alla cure del pronto soccorso. Uno dei due non riusciva a camminare autonomamente, mentre l’altro è stato ricoverato in osservazione a seguito di un malore.
Ancora un episodio di violenza, questa volta nel carcere di Bancali. A denunciarlo i sindacati di polizia penitenziaria.
Antonio Cannas, delegato nazionale per la Sardegna del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, ha raccontato i momenti concitati vissuti quando un detenuto, di nazionalità marocchina, ha iniziato a insistere per fare una videotelefonata al fratello. A quel punto, ha chiesto di farne una audio, senza però avere il permesso.
A quel punto ha iniziato ad infliggersi ferite, colpendo poi due agenti che sono intervenuti per la sua incolumità.
Cannas ricorda come il Sappe da tempo abbia evidenziato criticità gestionali ed organizzative del carcere di Bancali, senza però che nulla sia stato fatto.
Il segretario generale della Uil Pa, Michele Cireddu, ricorda che quello di Sassari è un Istituto di primo livel,lo che deve gestire i detenuti 41 bis, i terroristi internazionali, i malati psichiatrici, i detenuti “comuni” facinorosi “nel più totale stato di abbandono”. Ed evidenzia come ancora manchino, nonostante le promesse del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, un comandante e un direttore in pianta stabile.