La riforma della sanità in Sardegna è stata rinviata a settembre, suscitando preoccupazioni e critiche sulla gestione degli ospedali durante l’estate. “Come pensano che gli ospedali possano andare avanti in questo agosto allucinante?” chiede Susanna Montaldo, segretaria regionale del sindacato Anaao Assomed, sottolineando le difficoltà affrontate dai Pronto Soccorso.
Gli ospedali cittadini sono presi d’assalto, con pazienti che arrivano anche da Carbonia, Oristano e Nuoro. Circa il 20% dei 130 pazienti quotidiani necessita di ricovero. La situazione è aggravata dalla ripresa dei contagi da Covid-19, con i reparti di Medicina al collasso e una grave carenza di operatori sociosanitari (Oss). La medicina territoriale risulta completamente assente, peggiorando ulteriormente la situazione.
Le Aziende sanitarie non riescono a rispettare i tempi previsti per gli appuntamenti “differibili”: 30 giorni per le visite e 60 giorni per gli accertamenti diagnostici. Per una prima visita cardiologica, ad esempio, la media di attesa è di tre mesi e mezzo, per una visita endocrinologica di tre mesi, mentre per una visita oculistica è poco meno di quattro mesi. La situazione è ancora peggiore per la pneumologia, con tempi di attesa di circa cinque mesi e mezzo.
Per quanto riguarda le procedure diagnostiche, i tempi di attesa sono estremamente lunghi: per una risonanza magnetica dell’addome bisogna aspettare 468 giorni, per una mammografia 119 giorni, e per un elettrocardiogramma la media regionale è di 111 giorni.
La rinuncia alla riforma sanitaria durante il periodo estivo ha suscitato critiche non solo per i tempi di attesa ma anche per l’organizzazione dei servizi, ritenuti inadeguati a fronteggiare l’attuale domanda di assistenza. L’assenza di una riforma immediata lascia irrisolti problemi strutturali che compromettono la qualità dell’assistenza sanitaria nell’isola.