Durante un’audizione in commissione Insularità, la governatrice della Sardegna Alessandra Todde ha espresso delusione per la mancanza di collaborazione da parte del governo nazionale riguardo alla gestione delle energie rinnovabili nell’isola. Il governo ha infatti impugnato la moratoria di 18 mesi imposta dalla Regione sui nuovi impianti eolici e fotovoltaici, una decisione che la governatrice considera essenziale per garantire una transizione energetica “sensata”.
Todde ha sottolineato l’attuale dipendenza dell’energy mix sardo dai combustibili fossili, evidenziando la necessità di bilanciare la crescita delle rinnovabili senza compromettere il territorio. Il piano del Green New Deal europeo prevede per la Sardegna la produzione di 6,2 gigawatt di energia rinnovabile entro il 2030, ma le richieste di installazione arrivate hanno raggiunto i 58-60 gigawatt. La governatrice ha denunciato il vuoto normativo sulle aree idonee per le rinnovabili, che ha portato a proposte di installazione anche in zone protette.
La Regione ha quindi deciso di applicare una sospensiva, in attesa di una nuova legge che sarà presentata entro la fine del mese al consiglio regionale. L’obiettivo è concentrare la produzione di energia rinnovabile nelle aree industriali già compromesse, evitando un ulteriore consumo di suolo. Todde ha sottolineato che la pianificazione è stata discussa con i sindaci delle comunità coinvolte, al fine di rispettare le esigenze locali.
Criticando il governo per aver chiesto la sospensiva della misura regionale, Todde ha dichiarato che la decisione è “pesante e penalizzante per la Sardegna”. Ha chiesto un maggiore supporto da parte dell’esecutivo nazionale, soprattutto in un momento cruciale per la transizione energetica dell’isola, in cui è fondamentale proteggere il territorio e coinvolgere le comunità locali.
