Lingua blu: l’epidemia avanza in Sardegna con 500 nuovi focolai in una settimana

L'epidemia della Lingua blu continua a dilagare in Sardegna, con migliaia di pecore colpite e un'inquietante diffusione del virus

lingua blu

L’epidemia della Lingua blu, che sta devastando gli allevamenti ovini in Sardegna, ha registrato 500 nuovi focolai in soli sette giorni. Sono oltre 30mila le pecore infettate e circa 25mila quelle che hanno perso la vita a causa di questo virus, trasmesso da un insetto vettore particolarmente attivo grazie al clima caldo e umido di questo autunno. Il virus, noto anche come “blue tongue”, sta mettendo in ginocchio il settore agricolo dell’Isola, con gli allevatori che ogni giorno contano nuove perdite.

L’assessore all’Agricoltura della Regione Sardegna, Gianfranco Satta, ha espresso la speranza che l’epidemia possa raggiungere il suo picco tra settembre e metà ottobre, basandosi sui dati delle serie storiche che suggeriscono un calo in quel periodo. Tuttavia, la situazione attuale è critica, con una diffusione che sembra inarrestabile.

Sul fronte della prevenzione, le vaccinazioni continuano a essere somministrate, ma spesso gli allevatori mostrano resistenza, rallentando così il processo di immunizzazione. Intanto, il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che chiede un incremento dei ristori e indennizzi immediati per gli allevatori colpiti. Questi fondi sono necessari per evitare che gli agricoltori debbano attendere anni prima di ricevere un risarcimento. Allo stesso tempo, si richiede un potenziamento dell’organico veterinario impegnato nella lotta contro l’epidemia, poiché il personale attuale è troppo ridotto per far fronte alla crisi.

Un recente aggiornamento della mappa dell’Istituto Zooprofilattico della Sardegna mostra la diffusione del sierotipo 8 del virus verso sud, una situazione particolarmente preoccupante, dato che fino a pochi giorni fa il ceppo era circoscritto al nord-est dell’Isola e nelle aree di Ottana e Ghilarza. Parallelamente, il sierotipo 3, per cui ancora non esiste un vaccino, si sta spostando verso nord, mettendo a rischio vaste aree dell’isola. Nelle regioni centrali, come l’Oristanese e il Medio Campidano, si sta verificando una temuta coesistenza dei due sierotipi, con conseguenze potenzialmente devastanti. Una fonte ha inoltre avvertito che se il sierotipo 8 raggiungesse l’area di Cagliari, i danni sarebbero ingenti.

Gli allevatori sardi, costretti a fare i conti con la morte quotidiana dei loro animali, lanciano un appello disperato: “Sosteneteci”. Il settore è allo stremo, e il rischio di un crollo del comparto agricolo isolano è più che mai reale. Le autorità devono agire rapidamente per arginare l’epidemia e offrire sostegno concreto agli agricoltori.

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