L’ospedale Brotzu, un tempo simbolo di eccellenza sanitaria in Sardegna, vive oggi una crisi profonda, con servizi al limite e tempi di attesa insostenibili. Se in passato l’ospedale era un punto di riferimento, oggi i pazienti si trovano ad affrontare attese estenuanti, mentre i lavoratori sono pronti a scendere in sciopero per protestare contro la carenza di fondi.
I numeri allarmanti sono stati diffusi dalla stessa Arnas Brotzu, attraverso un report aggiornato al mese di ottobre 2024, che evidenzia una situazione sempre più insostenibile. A parte i pazienti oncologici, che ricevono le cure entro dieci giorni, per gli altri utenti le attese sono spaventose. Fino a otto mesi per una TAC al torace o al bacino, quasi un anno per una visita cardiologica e 135 giorni per un’ecografia al seno. Chi non può permettersi di rivolgersi alla sanità privata si trova così a navigare in un vero e proprio girone infernale.
La protesta del personale sanitario cresce di giorno in giorno, con i lavoratori che chiedono fondi sufficienti per garantire un servizio adeguato. Domani sono previsti due importanti incontri: il primo con i consiglieri regionali della commissione Sanità e i vertici dell’Arnas, e il secondo, venerdì, con l’assessore alla Sanità Armando Bartolazzi e i rappresentanti sindacali del personale sanitario. Domani, inoltre, ci sarà una prima manifestazione pubblica sotto la sede dell’Ares, organizzata dal sindacato Usb.
La situazione è critica, e le richieste di fondi certi e ben calibrati diventano sempre più pressanti. I lavoratori, esasperati dall’assenza di risposte concrete, sono pronti a intraprendere un’azione di sciopero se le loro istanze non verranno accolte.