Sardegna, apicoltura in crisi: persi 5 mila alveari in un anno tra caldo e siccità

Le organizzazioni apistiche sarde denunciano la crisi del settore dopo un anno segnato da siccità e mutamenti climatici.

Il settore dell’apicoltura sarda sta attraversando una grave crisi: i dati parlano di 5 mila alveari persi negli ultimi dodici mesi, a causa dei picchi di calore del 2023 e della siccità che ha colpito l’isola. Durante un’audizione in commissione Agricoltura, i rappresentanti delle organizzazioni di categoria hanno tracciato un quadro preoccupante. Il presidente della commissione, Antonio Solinas, e l’assessore Gian Franco Satta hanno promesso ristori già dalla prossima manovra finanziaria.

Dati allarmanti emergono dal confronto: solo 920 dei 2387 apicoltori sardi sono professionisti, mentre l’80% del miele consumato in Sardegna è importato. La produzione di miele è crollata, passando da 80 kg a soli 20 kg per alveare in cinque anni. A questo si aggiunge l’invasione di “finto miele” proveniente da Paesi extra UE, venduto a meno di 3 euro al chilo.

Le organizzazioni, rappresentate da figure come Davide Brisi (Api pro Sardegna), Franco Anedda (Coldiretti) e Francesco Cadoni (Terrantiga), hanno chiesto un intervento immediato per salvare il settore. Brisi ha sottolineato l’importanza di proteggere le api per salvaguardare la biodiversità, mentre Anedda ha avvertito che senza aiuti il prossimo anno potrebbe essere ancora più devastante.

In risposta, l’assessore Satta ha promesso un primo ristoro di 10 euro ad alveare entro il 31 dicembre, e ulteriori fondi attraverso il regime de minimis, con un beneficio tra i 30 e i 35 euro per alveare.

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