Consiglio di Stato sospende decreto sulle aree idonee: rischio stallo per le Regioni, Sardegna inclusa

Sospesa in via cautelare una parte del decreto ministeriale sulle aree idonee alle energie rinnovabili

Regione

Il Consiglio di Stato ha emesso un’ordinanza che sospende in via cautelare un passaggio chiave del decreto ministeriale sulle aree idonee per le energie rinnovabili. La decisione arriva in attesa del giudizio di merito al Tar del Lazio, previsto per il 5 febbraio, che esaminerà i ricorsi pendenti, tra cui quello della società Erg. La sospensione riguarda l’articolo 7, comma 2, lettera c del decreto del giugno 2023, che consentiva alle Regioni di dichiarare non idonee anche aree già giudicate idonee dal Decreto legislativo 199/2021.

Limiti all’autonomia delle Regioni

Secondo quanto stabilito dai giudici di appello, le Regioni non potranno introdurre una definizione più restrittiva delle aree idonee rispetto a quella già indicata in via transitoria dal decreto legislativo del 2021. Il Consiglio di Stato ha affermato che la norma sospesa appare, in questa fase cautelare, non pienamente conforme all’articolo 20, comma 8, del Decreto legislativo 199/2021, il quale elenca chiaramente le aree idonee. Pertanto, non sembra esserci spazio per una disciplina regionale più restrittiva in tale ambito.

Implicazioni per la Sardegna

La decisione potrebbe avere un impatto significativo sull’attività legislativa della Regione Sardegna, che sta discutendo proprio in questi giorni un disegno di legge (ddl) per identificare le aree idonee alla realizzazione di impianti di energia rinnovabile. La sospensione del passaggio del decreto ministeriale rischia di limitare, se non vanificare, il lavoro legislativo regionale, sollevando dubbi sulla possibilità di applicare normative più stringenti a livello locale.

Le considerazioni del Consiglio di Stato

I giudici del Consiglio di Stato hanno precisato che, pur riconoscendo l’autonomia legislativa delle Regioni sancita dalla Costituzione, queste dovranno tenere conto della sospensione operata con l’ordinanza. Il Collegio ha inoltre respinto l’argomentazione della difesa dell’amministrazione, secondo cui la norma sospesa sarebbe stata in contrasto con gli obiettivi del Pnrr. Al contrario, i giudici ritengono che l’articolo sospeso avrebbe introdotto incertezza in un quadro normativo già definito, ostacolando il raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Le ragioni della sospensiva

Il Consiglio di Stato ha accolto la richiesta di sospensiva avanzata dalle società operanti nel settore delle energie rinnovabili, sottolineando che, senza tale misura cautelare, le decisioni di merito potrebbero arrivare troppo tardi, quando i progetti potrebbero non essere più realizzabili a causa di una eventuale legge regionale sopravvenuta. Questo rappresenterebbe una lesione del principio di effettività della tutela giurisdizionale, impedendo la realizzazione di progetti già approvati o in fase avanzata di pianificazione.

Possibili scenari futuri

La sospensione del decreto ministeriale sulle aree idonee lascia spazio a diverse incertezze sul futuro delle normative regionali, specialmente in Sardegna, dove l’approvazione del disegno di legge potrebbe essere messa in discussione. La decisione del Consiglio di Stato rappresenta un monito per le Regioni che, pur godendo di autonomia legislativa, dovranno fare i conti con la normativa nazionale di livello primario, almeno fino alla conclusione del giudizio di merito al Tar.

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