La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta di revisione avanzata dai legali di Igor Sollai, l’autotrasportatore di Assemini accusato dell’omicidio della moglie Francesca Deidda. La decisione, giunta stamattina, conferma il diniego agli arresti domiciliari, precedentemente stabilito dal Tribunale del Riesame di Cagliari.
Gli avvocati difensori, Carlo Demurtas e Laura Pirarba, avevano insistito sul fatto che non sussistessero i presupposti per il carcere, evidenziando l’assenza di pericolo di fuga, di reiterazione del reato o di inquinamento delle prove. Hanno argomentato che le indagini della Procura avessero già acquisito tutti gli elementi necessari e che i trasferimenti di denaro effettuati da Sollai al fratello in Olanda fossero giustificati come piccoli prestiti o transazioni relative alla vendita di oggetti online. Tuttavia, la Cassazione ha rigettato queste tesi e ora si attendono le motivazioni della sentenza.
Sollai, si dichiara innocente e si trova in carcere dall’8 luglio, dieci giorni prima del ritrovamento del corpo di Francesca Deidda. La donna è stata trovata senza vita a Sa Picocca, lungo la vecchia Orientale sarda. Secondo l’autopsia, è stata uccisa nel sonno con ripetuti colpi alla testa inferti da un oggetto contundente.
Il pubblico ministero Marco Cocco ha costruito l’accusa basandosi su una serie di elementi chiave:
I tracciati GPS delle vetture utilizzate dall’indagato, che hanno mostrato frequenti soste nei pressi di Sa Picocca.
Gli esami sui dispositivi elettronici di Sollai, tra cui telefoni e computer.
L’acquisto di alcune piante, rinvenute accanto al cadavere della vittima.
Il movente economico: la polizza assicurativa sulla vita, del valore di 100.000 euro, firmata insieme alla moglie, e la relazione extraconiugale dell’accusato.
La condotta durante gli interrogatori, giudicata poco convincente dagli inquirenti.
La dinamica del delitto
La ricostruzione degli eventi suggerisce che Francesca Deidda sia stata aggredita mentre dormiva sul divano di casa a San Sperate. L’omicidio è avvenuto in un contesto di apparente tranquillità familiare, ma l’accusa ritiene che i contrasti latenti tra i due abbiano portato Sollai a compiere il gesto estremo.
Con il rigetto del ricorso, Igor Sollai resta in carcere mentre il procedimento prosegue. La difesa potrà ancora cercare di far valere le proprie ragioni nei successivi gradi di giudizio, ma il quadro probatorio appare al momento particolarmente complesso.