Nel carcere di Uta, Igor Sollai ha confessato l’omicidio della moglie, Francesca Deidda, 42 anni, avvenuto il 22 novembre scorso. Durante un lungo interrogatorio con il sostituto procuratore Marco Cocco, l’imputato ha ribadito la sua versione dei fatti, negando la premeditazione e il movente economico.
La versione di Sollai
Secondo Sollai, l’omicidio sarebbe avvenuto al culmine di una lite furiosa, descritta come un’esplosione di rabbia incontrollabile. “Non c’è stata premeditazione né movente economico,” ha dichiarato, spiegando che si sarebbe trattato di un gesto d’impeto, senza alcun piano o intenzione di uccidere.
Tuttavia, gli inquirenti non escludono che il delitto possa essere legato a motivi economici, dato che i coniugi avevano sottoscritto un’assicurazione sulla vita del valore di 100mila euro.
La dinamica del delitto
Sollai ha ammesso di aver usato un martello per colpire mortalmente la moglie e di averlo poi gettato in mare per eliminare le prove. Inoltre, ha confermato di aver utilizzato il cellulare della donna per inviare messaggi a parenti e amici dopo il delitto, nel tentativo di simulare che Francesca fosse ancora viva.
Indagini in corso
Gli investigatori continuano a raccogliere elementi per verificare la veridicità della versione fornita da Sollai. La premeditazione rimane al centro delle indagini, insieme al presunto movente economico. L’ammissione dell’imputato di aver inviato messaggi dal telefono della vittima potrebbe aggravare la sua posizione, suggerendo una pianificazione successiva per depistare le indagini.
Un caso che scuote la comunità
L’omicidio di Francesca Deidda ha sconvolto la comunità, lasciando aperte molte domande sulle circostanze e sulle reali motivazioni che hanno portato a un gesto così estremo. Il processo chiarirà se si è trattato di un raptus di rabbia, come sostenuto da Sollai, o di un delitto premeditato legato a interessi economici.