Scene di ordinaria emergenza al Policlinico di Cagliari, dove decine di ambulanze restano ferme in attesa di scaricare pazienti, costretti a lunghe ore di attesa prima di ricevere cure. La mancanza cronica di posti letto e il sovraffollamento del pronto soccorso evidenziano una situazione che molti definiscono al collasso.
Una crisi strutturale
La sanità sarda, già sotto pressione, affronta problemi di natura strutturale:
- Posti letto insufficienti, con pazienti costretti a sostare su barelle o nei corridoi in attesa di essere trasferiti nei reparti.
- Carenza di personale sanitario nei pronto soccorso, aggravata dal crescente numero di accessi durante i periodi di picco influenzale e festivo.
- Ambulanze bloccate, impossibilitate a tornare operative per nuove emergenze, con un impatto negativo sull’efficienza del servizio.
Un contrasto con i dati sulla spesa sanitaria
Proprio in questi giorni, la Fondazione Gimbe ha evidenziato che la Sardegna è quinta in Italia per spesa sanitaria destinata al personale medico, con una media di 833 euro per abitante nel 2023, ben sopra i 672 euro della media nazionale. Questo paradosso alimenta il dibattito politico e la frustrazione dei cittadini, che vedono pochi risultati concreti nonostante gli investimenti.
Politica e sanità: priorità in discussione
Il caos nei pronto soccorso coincide con il clima di tensione politica legato al caso di decadenza della Presidente Alessandra Todde. L’attenzione delle istituzioni sembra orientata altrove, mentre non emergono soluzioni immediate per affrontare la crisi sanitaria. La mancanza di riforme concrete e di un piano strategico per migliorare la gestione ospedaliera lascia molti interrogativi sul futuro del sistema sanitario regionale.