La situazione della sanità penitenziaria nel carcere di Uta continua a destare preoccupazione, la struttura soffre di una carenza significativa di medici specialisti, infermieri e farmaci.
Secondo Caligaris, è fondamentale rivedere l’organizzazione sanitaria interna per garantire un servizio più efficiente, evitando che la gestione della salute dei detenuti dipenda esclusivamente dalla sensibilità e dalla disponibilità dei singoli operatori sanitari.
Un altro elemento di preoccupazione riguarda le famiglie dei detenuti, che seguono con apprensione il percorso terapeutico dei propri cari, spesso compromesso dalla scarsità di farmaci e risorse. Secondo Caligaris, questa situazione non solo mette a rischio il diritto alla salute dei detenuti, ma potrebbe compromettere l’intero sistema di recupero sociale.