La presidente della Regione Alessandra Todde ha preso la parola in Consiglio regionale per ribadire la sua opposizione al provvedimento di decadenza richiesto dal Collegio di garanzia elettorale. Un intervento forte, con cui la governatrice ha difeso la legittimità della sua elezione e denunciato un tentativo di destabilizzazione politica.
“Questa vicenda vuole stravolgere il risultato elettorale, modificando il voto espresso dai cittadini sardi”, ha affermato Todde, evidenziando come la richiesta di decadenza non colpisca solo la sua figura, ma metta in discussione l’intero assetto istituzionale della Sardegna.
La presidente ha ripercorso le tappe del procedimento, dal 19 dicembre, quando ha ricevuto la richiesta di chiarimenti dal Collegio, fino al 27 gennaio, data di presentazione del ricorso firmato dagli avvocati Stefano e Benedetto Ballero, Giuseppe Macciotta e Priamo Siotto. Todde ha sottolineato che non sussistono le condizioni di legge per la decadenza, ribadendo che il provvedimento amministrativo è privo di una reale motivazione giuridica.
L’attacco ai media e alla politica
La governatrice ha poi puntato il dito contro una campagna mediatica che avrebbe distorto la realtà: “Si è parlato di un atto definitivo quando definitivo non è”, ha dichiarato, aggiungendo che la decisione finale spetta al Consiglio regionale e ai giudici. Ha inoltre accusato esponenti del centrodestra di aver speculato politicamente sulla vicenda, anticipando una campagna elettorale che potrebbe anche non esserci.
Le spese elettorali e il precedente Zaia
Un punto centrale della difesa riguarda la questione del rendiconto delle spese elettorali. Todde ha spiegato che l’estratto conto del comitato elettorale e l’elenco dei beneficiari PayPal sono stati regolarmente allegati alla documentazione inviata alla Corte dei Conti, nonostante non fosse un obbligo. Inoltre, ha citato il caso del governatore del Veneto, Luca Zaia, che nel 2015 dichiarò di non aver sostenuto spese elettorali dirette perché coperte dal suo partito. “Anche il suo fascicolo fu archiviato senza conseguenze”, ha sottolineato, lasciando intendere un trattamento diverso nei suoi confronti.
“In gioco la stabilità della Sardegna”
Todde ha concluso il suo intervento con un messaggio chiaro: “Qui non è in discussione solo la mia posizione, ma la stabilità delle nostre istituzioni e l’autonomia della Sardegna”. Il Consiglio regionale e i tribunali dovranno ora esprimersi sulla questione, ma la governatrice ha ribadito la sua determinazione a portare avanti il mandato fino al 2029.