A più di un anno dalla riapertura, la passeggiata di Buoncammino è ancora un simbolo di progetti incompiuti e promesse non mantenute. Il viale alberato che costeggia l’ex carcere, invece di essere un’area riqualificata e accogliente, presenta transenne, recinzioni e spazi interdetti al pubblico per motivi di sicurezza.
Uno dei problemi più evidenti è la recinzione della piazzetta Marongiu-Pernis, che avrebbe dovuto ospitare attrezzi per lo sport all’aperto ma che, a causa di pericoli strutturali, è stata chiusa. Anche alcuni alberi, tra cui un vecchio pino piegato dall’età, sono stati transennati dalla Protezione civile per evitare incidenti, ma restano lì, senza interventi risolutivi.
Resta un mistero anche il progetto dei chioschi, annunciati ma mai realizzati. Le linee guida elaborate dall’Università e approvate dalla Sovrintendenza esistono solo sulla carta, mentre di progetti concreti non c’è traccia. Le segnalazioni dei cittadini e le proteste non hanno portato a soluzioni, e la passeggiata resta un’area in attesa di completamento.
Quello che doveva essere un luogo di ritrovo e di valorizzazione del patrimonio urbano si è trasformato in uno scenario di abbandono e incertezza. Il rischio è che, senza interventi concreti, Buoncammino resti l’ennesima opera pubblica incompiuta, con promesse disattese e spazi inutilizzabili.