I Comuni della Sardegna, in particolare quelli delle zone interne, si trovano a fronteggiare una situazione economica sempre più difficile. Il motivo è un doppio taglio ai finanziamenti: da un lato, la Regione non adegua il fondo unico; dall’altro, lo Stato riduce i trasferimenti, con una decurtazione di 48,2 milioni di euro tra il 2025 e il 2029.
Il problema affonda le radici in un deficit accumulato negli anni. Dal 2010, infatti, la Regione ha erogato circa 150 milioni di euro in meno ogni anno rispetto alle necessità dei Comuni, portando il totale del mancato finanziamento a 2,3 miliardi di euro. Una cifra enorme che i sindaci non pretendono tutta in una volta, ma su cui chiedono un segnale concreto.
Sul tema è intervenuto Francesco Spanedda, assessore regionale alle Finanze e agli Enti locali, che ha espresso preoccupazione per l’ulteriore riduzione delle risorse. Secondo Spanedda, il Governo nazionale non può continuare a tagliare i trasferimenti per i Comuni sardi, già penalizzati da un sistema che dipende in larga parte dai fondi regionali.
Di fronte a questa situazione, i primi cittadini devono fare i conti con bilanci sempre più ristretti, spesso arrivando a difficoltà nella gestione dei servizi essenziali. Un quadro che, secondo molti amministratori locali, finisce sempre per gravare sui cittadini, costretti a subire le conseguenze di un sistema che fatica a garantire le risorse necessarie.
