La moratoria sugli impianti di energia rinnovabile in Sardegna è stata dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale. La decisione arriva in seguito al ricorso presentato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che contestava la legge approvata dal Consiglio regionale a luglio 2023. Il provvedimento prevedeva il blocco per 18 mesi della realizzazione di impianti eolici e fotovoltaici sul territorio sardo.
Nonostante la norma sia stata successivamente abrogata con la nuova legge sulle aree idonee, approvata a dicembre 2023, la Consulta ha ritenuto comunque necessario pronunciarsi. La motivazione è che la moratoria ha avuto effetti concreti nel periodo in cui è stata in vigore, influenzando l’iter autorizzativo dei nuovi impianti.
La Corte ha bocciato in particolare l’articolo 3 della legge regionale, evidenziando un conflitto di competenze tra Regione e Stato. Secondo il governo, la Sardegna avrebbe invaso ambiti legislativi di competenza statale, o comunque concorrente, regolati dal cosiddetto Decreto Draghi.
Dal canto suo, la Regione Sardegna aveva difeso la legittimità della norma, basandosi sul proprio Statuto Speciale, che le attribuisce competenza primaria in materia di edilizia, urbanistica e tutela paesaggistica. Tuttavia, la Consulta ha stabilito che il provvedimento regionale non fosse conforme al quadro normativo nazionale, sancendone quindi l’illegittimità.
Questa sentenza rappresenta un precedente importante per il futuro delle politiche energetiche in Sardegna, ponendo limiti all’autonomia regionale in materia di regolamentazione degli impianti rinnovabili.