Sardegna contro impianti a rinnovabili non idonei: impugnati i decreti ministeriali

La Regione Sardegna impugna i decreti ministeriali riguardanti gli impianti "Fattoria Solare". Laconi: "Nessuna autorizzazione per impianti in aree non idonee".

La Regione Sardegna ha ribadito con fermezza la sua posizione di contrarietà alla realizzazione di impianti a fonti rinnovabili in aree non idonee, a tutela del territorio e del paesaggio. Dopo aver avviato il ricorso contro il progetto di Siamaggiore, la Regione ha annunciato l’impugnazione anche dei decreti del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica relativi agli impianti “Fattoria Solare Soliu” e “Fattoria Solare Tramatza”, previsti nei comuni di Solarussa, Zerfaliu, Tramatza, Siamaggiore, Solarussa e Zeddiani, situati in provincia di Oristano. Tali progetti sono stati ritenuti inadeguati e in contrasto con le disposizioni contenute nella Legge Regionale 20/2024, che stabilisce le aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili.

Rosanna Laconi, assessora regionale della Difesa dell’Ambiente, ha chiarito che la Regione non è contraria allo sviluppo delle energie rinnovabili, ma pretende che esso avvenga nel pieno rispetto delle regole e della pianificazione territoriale. “Abbiamo stabilito con chiarezza quali siano le aree idonee per questi impianti. Questi progetti non rientrano in quelle aree, quindi non verranno autorizzati”, ha dichiarato Laconi.

Parere negativo della Soprintendenza e ricorso della Regione

Entrambi i progetti hanno ricevuto un parere negativo dalla Soprintendenza Speciale per il PNRR del Ministero della Cultura, che ha sottolineato le criticità paesaggistiche e ambientali derivanti dalle installazioni previste. La Regione Sardegna ha confermato il suo impegno per la tutela del paesaggio e dell’ambiente attraverso l’impugnazione dei decreti ministeriali, con l’intenzione di difendere la propria competenza in materia di autorizzazioni e di rispettare quanto stabilito dalle normative regionali.

Sentenza del Consiglio di Stato rafforza la posizione regionale

A rafforzare la posizione della Regione Sardegna è intervenuta anche una sentenza del Consiglio di Stato (Sezione IV, n. 1872 del 5 marzo 2024), che ha confermato il diritto delle Regioni di disciplinare la localizzazione degli impianti, tenendo conto degli impatti ambientali e paesaggistici. La sentenza ha ribadito che i provvedimenti ministeriali non possono ignorare le normative regionali, e ha sottolineato che la valutazione degli impatti cumulativi sul territorio è un elemento fondamentale per garantire la sostenibilità delle installazioni. La compromissione del valore paesaggistico e l’eventuale danno alla biodiversità non possono essere subordinati a una spinta generica verso la transizione energetica.

“Questa sentenza conferma ciò che sosteniamo da sempre: il nostro territorio non può essere trasformato senza un’attenta valutazione degli impatti”, ha commentato Laconi, ribadendo che la Regione ha lavorato con trasparenza e coerenza, individuando le aree idonee con il Decreto ‘Aree Idonee’ del 21 giugno 2024, che ha reso operativo il D.Lgs. 199/2021.

Impegno per la difesa dell’ambiente e del paesaggio

La Regione Sardegna, pertanto, impugnerà formalmente i decreti ministeriali, con la certezza che nessuna autorizzazione sarà concessa per impianti collocati in aree non idonee. “Utilizzeremo tutti gli strumenti a nostra disposizione per garantire che lo sviluppo delle rinnovabili avvenga nel rispetto del nostro territorio e della nostra comunità“, ha concluso Laconi.

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