Impianti agrivoltaici, la Regione Sardegna sfida lo Stato: ricorso alla Consulta contro il MASE

La Giunta Todde solleva un conflitto di attribuzione per tre autorizzazioni ambientali rilasciate dal Ministero, accusato di ignorare la legge regionale sulle aree idonee.

La Regione Sardegna ha deciso di rivolgersi alla Corte Costituzionale per sollevare un conflitto di attribuzione nei confronti dello Stato, in seguito all’approvazione da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) di tre Valutazioni di Impatto Ambientale (VIA) relative a impianti agrivoltaici da realizzare nei territori comunali di Siamaggiore, Solarussa, Tramatza, Zeddiani e Zerfaliu.

I tre decreti ministeriali, pubblicati tra febbraio e marzo 2025, autorizzano i progetti senza tenere conto della legge regionale n. 20 del 2024, in vigore e approvata dal Consiglio regionale, che individua le aree idonee o non idonee all’installazione di impianti da fonti rinnovabili. Il MASE, attraverso la Direzione generale per le Valutazioni Ambientali, ha rilasciato i giudizi di compatibilità escludendo aprioristicamente l’applicabilità della norma regionale, e qualificando come “illegittima” qualsiasi disposizione regionale che interferisca con la sua attività autorizzativa.

Secondo la Giunta regionale, si tratterebbe di una violazione delle prerogative legislative attribuite dallo Statuto Speciale della Sardegna, che assegna alla Regione competenze esclusive o concorrenti in urbanistica, edilizia, tutela del paesaggio, agricoltura, foreste, e produzione e distribuzione dell’energia elettrica. L’accusa mossa al Ministero è di aver disapplicato una legge regionale vigente, usurpando il ruolo di verifica costituzionale che spetterebbe esclusivamente alla Consulta.

La presidente Alessandra Todde e l’assessora all’Ambiente Rosanna Laconi hanno quindi conferito mandato all’Avvocatura regionale per avviare un giudizio di legittimità costituzionale. La richiesta presentata alla Corte mira a far dichiarare che non spetta allo Stato disapplicare unilateralmente norme regionali, né avocare competenze riservate all’autonomia sarda.

In particolare, la Regione chiede l’annullamento dei seguenti provvedimenti:

  • Prot. 68 del 14/02/2025, per l’impianto “Fattoria Solare 1” nei comuni di Solarussa e Zeddiani;

  • Prot. 125 del 13/03/2025, relativo a un impianto nei comuni di Solarussa e Zerfaliu;

  • Prot. 128 del 13/03/2025, riguardante un impianto agrivoltaico esteso ai territori di Tramatza, Siamaggiore, Solarussa e Zeddiani.

Al centro del ricorso c’è anche l’applicazione dell’articolo 20 del decreto legislativo 199/2021, che prevede la facoltà per le Regioni di determinare le aree idonee alla realizzazione di impianti da fonti rinnovabili. Una facoltà che, secondo l’esecutivo regionale, è stata completamente ignorata dal Ministero, che ha agito in spregio al principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni.

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