Emergenza idrica nel sassarese: acqua assente da giorni, sindaci sul piede di guerra

Rete colabrodo e disservizi nella comunicazione aggravano la crisi nei comuni del nord Sardegna

acqua

Nel sassarese si aggrava l’emergenza idrica: in numerosi comuni l’acqua manca nelle abitazioni da diversi giorni, causando gravi disagi alla popolazione. Sindaci e amministrazioni locali sono in prima linea per gestire una situazione che si trascina da tempo, aggravata da infrastrutture obsolete e da una gestione poco coordinata tra gli enti responsabili.

La rete idrica sotto accusa: condotte e potabilizzatori in difficoltà

Le cause principali dei disservizi risiedono nelle condotte vetuste che trasportano l’acqua grezza ai potabilizzatori. In particolare, a creare criticità sono gli impianti di Truncu Reale, che alimentano i comuni di Sassari, Stintino, Castelsardo e altri centri collegati della bassa valle del Coghinas.

I problemi tecnici, già gravi, sono aggravati dall’assenza di comunicazione efficace tra Enas e Abbanoa, gli enti gestori delle infrastrutture idriche, e le amministrazioni comunali. Questo ha reso ancora più difficile il coordinamento degli interventi urgenti.

Richiesta dello stato di calamità naturale

Di fronte al protrarsi della crisi, il sindaco di Sassari, Giuseppe Mascia, ha annunciato l’intenzione di richiedere alla Regione Sardegna il riconoscimento dello stato di calamità naturale. Anche Porto Torres è tra i comuni pesantemente coinvolti nei disservizi.

Nel tentativo di trovare soluzioni immediate, è stato fissato un incontro chiarificatore per mercoledì, al quale parteciperanno i sindaci interessati insieme ai vertici di Enas e Abbanoa, con l’obiettivo di fare il punto della situazione e accelerare gli interventi necessari.

Un’emergenza che mette in discussione la gestione delle risorse idriche

Questa ennesima emergenza evidenzia non solo la fragilità della rete idrica nel nord Sardegna, ma anche l’urgenza di una maggiore efficienza nella comunicazione e nella gestione operativa tra gli enti competenti e le amministrazioni locali. Senza interventi strutturali e una nuova strategia di coordinamento, il rischio di disagi simili resterà elevato.

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