Caso Manuela Murgia, nuove analisi e una pista genetica riaccendono le indagini

A trent’anni dalla morte di Manuela Murgia, riaperta l’inchiesta: attese le analisi sugli abiti e l’intervento del genetista Emiliano Giardina

Dopo tre decenni di silenzio, il caso di Manuela Murgia torna al centro dell’attenzione giudiziaria con l’ipotesi di omicidio nuovamente sul tavolo. Le indagini sulla morte della sedicenne, ritrovata senza vita il 4 febbraio 1995 nel Canyon di Tuvixeddu a Cagliari, sono state riaperte. In arrivo le analisi scientifiche sugli abiti che la ragazza indossava quel giorno, che potrebbero fornire elementi decisivi per fare chiarezza su un mistero che da anni pesa sulla memoria collettiva.

L’esame degli indumenti è previsto nelle prossime settimane, grazie anche ai progressi della genetica forense che oggi permettono di individuare tracce biologiche impercettibili fino a pochi anni fa. Ed è proprio sul fronte scientifico che arriva un nome di spicco: Emiliano Giardina, il genetista che contribuì in modo determinante all’identificazione di Ignoto 1 nel caso dell’omicidio di Yara Gambirasio.

«È l’uomo giusto», ha dichiarato l’avvocato della famiglia Murgia, Bachisio Mele, sottolineando come la sua esperienza possa rappresentare una svolta in un’indagine che per troppo tempo ha vissuto fasi di stallo. L’intervento di Giardina rafforza l’ipotesi che si voglia esplorare la pista dell’omicidio con metodi di indagine aggiornati, in grado di rilevare profili genetici da vecchi reperti.

La scena del ritrovamento – il Canyon di Tuvixeddu, luogo di grande rilevanza storica e archeologica – potrebbe ora restituire nuove verità, grazie alla ricostruzione scientifica che si andrà a delineare attraverso le analisi di laboratorio. La famiglia della giovane non ha mai smesso di cercare giustizia, e l’attuale riapertura del fascicolo rappresenta per loro un segnale di speranza e determinazione.

A trent’anni di distanza, l’Italia potrebbe assistere a una possibile svolta investigativa, frutto dell’incrocio tra memoria, tecnologia e perseveranza. I risultati delle analisi genetiche, attesi nelle prossime settimane, potrebbero fornire nuovi indizi su cosa accadde realmente quel giorno del 1995, e restituire dignità e verità alla storia di Manuela.

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