La segreteria del Partito Democratico sardo si avvia verso una nuova fase. Durante la direzione politica tenutasi nella sede di via Canepa a Oristano, l’attuale segretario Piero Comandini ha tracciato il percorso per la sua uscita e per l’elezione del prossimo leader del partito. L’Assemblea che dovrà nominare il nuovo segretario si terrà a metà giugno, subito dopo le elezioni amministrative.
Comandini ha ribadito quanto già annunciato lo scorso dicembre: la sua carica di presidente del Consiglio regionale è “incompatibile per statuto e per morale” con quella di segretario del partito. “Riparto da lì – ha dichiarato – il partito ha uno statuto che parla chiaro. Il presidente del Consiglio regionale, garante super partes di tutte le forze politiche in Aula, non può coincidere con il segretario di un partito.”
La decisione, già maturata mesi fa, era stata temporaneamente congelata a causa del caso Todde, relativo alla richiesta di decadenza della presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde. Comandini ha definito quell’episodio “un tentato colpo di mano fatto in una stanza buia”, precisando che “le elezioni le abbiamo vinte noi” e sottolineando il ruolo determinante giocato dal partito a sostegno della presidente in quel momento di tensione istituzionale.
Ora il Pd regionale si prepara a un nuovo passaggio democratico, puntando a chiudere la fase transitoria con un’Assemblea che, oltre a designare il nuovo vertice, dovrà ridefinire anche la linea politica post-elettorale, tenendo conto delle sfide amministrative imminenti e dei nuovi equilibri interni.
Comandini, nel corso della direzione, ha rimarcato l’importanza del rispetto delle regole statutarie e del senso istituzionale che deve guidare le scelte del partito. Il segretario uscente ha voluto così rafforzare il legame tra legalità interna e responsabilità politica, chiamando i dirigenti locali alla compattezza e al rilancio del partito in un momento cruciale per la Sardegna.