La Sardegna chiede più libertà e risorse per superare l’isolamento: a La Palma la dichiarazione delle isole europee

Nel vertice internazionale alle Canarie, la Regione rivendica deroghe alle norme UE per garantire pari opportunità ai cittadini e alle imprese insulari

aereo

Superare l’isolamento geografico e colmare le disparità di opportunità rispetto al resto d’Europa: sono questi i temi centrali della dichiarazione di La Palma, approvata nell’ambito dell’Assemblea Generale della Commissione Isole della Conferenza delle Regioni Periferiche e Marittime (CRPM), riunitasi di recente a Santa Cruz de La Palma, nelle Canarie. Tra le 50 istituzioni insulari partecipanti c’era anche la Regione Sardegna, rappresentata dal consulente della Presidenza Franciscu Sedda, su delega della presidente Alessandra Todde.

L’obiettivo condiviso è chiaro: spingere la Commissione europea a riconoscere la specificità delle isole e adottare una strategia dedicata che garantisca pari diritti di cittadinanza e mobilità. Al centro dell’intervento sardo c’è la richiesta di derogare alle rigide normative UE, che limitano l’intervento pubblico nei trasporti, impedendo di fatto l’eliminazione del divario economico e infrastrutturale tra le isole e il continente.

“La Sardegna ha enormi potenzialità economiche – ha dichiarato Sedda – ma servono le condizioni istituzionali e normative per permettere ai cittadini di accedere a queste opportunità”. Il punto critico, ha evidenziato, è rappresentato dalle limitazioni imposte dalla concorrenza europea, che non consentono di intervenire come si vorrebbe sul costo dei biglietti aerei e sul modello di continuità territoriale.

Attualmente, la Sardegna opera attraverso tre strumenti principali: gli oneri di servizio pubblico previsti dal Regolamento UE 1008/2008 per garantire i collegamenti aerei principali (Roma e Milano), gli aiuti sociali per i residenti nelle tratte europee e i contributi ai vettori per incentivare l’apertura di nuove rotte. Tuttavia, le risorse disponibili risultano ancora insufficienti. Fino a poco tempo fa, lo Stato italiano spendeva 25 euro l’anno per cittadino sardo, contro i 200 euro delle Baleari e i 300 euro della Corsica. Un dato parzialmente riequilibrato dalla nuova Giunta regionale, che ha raddoppiato i fondi a disposizione, ma che non basta senza un cambiamento delle regole europee.

Sedda ha chiesto che la Sardegna venga trattata, dal punto di vista normativo, alla stregua delle regioni ultraperiferiche come Azzorre e Canarie, che godono di deroghe per aiuti di Stato e fiscalità agevolata. Il problema, ha sottolineato, è che nonostante il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea riconosca la specificità delle regioni insulari, non esiste ancora una politica europea coerente e strutturata dedicata a queste realtà.

La situazione infrastrutturale, economica e sociale delle isole periferiche, Sardegna compresa, rimane penalizzante. Per questo, ha spiegato Sedda, è urgente procedere con una revisione del quadro normativo UE, che renda più flessibili gli aiuti di Stato e rafforzi gli incentivi per garantire la copertura delle rotte aeree invernali, tradizionalmente più onerose e meno redditizie per i vettori.

Il confronto tra le isole ha evidenziato la volontà di avviare una strategia comune e coordinata. La Sardegna, ha ribadito Sedda, intende giocare un ruolo attivo all’interno del Comitato delle Regioni, della CRPM e della Commissione Isole, per rafforzare il fronte politico che spinge per una vera equità territoriale all’interno dell’Unione europea.

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