Operazione “Drago”: 11 sardi arrestati dai Carabinieri per l’assalto armato ai portavalori sulla Variante Aurelia

Smantellata dai Carabinieri la banda armata legata alla Sardegna. 300 militari impiegati di diversi Corpi specializzati. Colpo da 3 milioni pianificato per mesi con auto rubate, esplosivi e burner phone portato a segno lo scorso marzo in Toscana.

droga

Livorno, 19 maggio 2025 – Una complessa operazione dei Carabinieri, denominata “Drago”, ha portato oggi all’arresto di 11 persone sarde accusate dell’assalto armato a due portavalori avvenuto il 28 marzo scorso sulla SS1 Aurelia, nel comune di San Vincenzo, in Toscana. Il bottino: circa 3 milioni di euro.

Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Livorno e condotte dal Nucleo Investigativo locale, con il supporto di oltre 300 militari provenienti da reparti d’élite dell’Arma: ROS, GIS, 1° Reggimento “Tuscania”, Cacciatori di Sardegna e Sicilia, elicotteri da Pisa ed Elmas, cinofili da Firenze e SOS dei Battaglioni Toscana e Sardegna.

L’assalto: colpo in stile militare

Il 28 marzo, un commando armato con accento sardo e volto coperto ha bloccato in pieno giorno due furgoni blindati, sottraendo denaro e armi alle guardie giurate. Il commando è poi fuggito con tre SUV, due dei quali rubati a Siena nel 2024 e dati alle fiamme, e un terzo rapinato sul posto.

L’indagine: mesi di preparazione e alibi costruiti

L’inchiesta ha documentato un’organizzazione criminale con struttura paramilitare, composta da italiani del Nuorese di età compresa tra 33 e 54 anni, molti dei quali allevatori o agricoltori, ma già noti per reati specifici legati a armi ed esplosivi.

Il gruppo si è mosso in maniera coordinata, sbarcando in porti diversi nei giorni precedenti l’assalto e rientrando in Sardegna da scali differenti subito dopo. Le auto rubate e le utenze telefoniche “burner”, attivate esclusivamente per la rapina, sono solo alcune delle precauzioni adottate.

Gli indagati avevano precostituito falsi alibi, tra cui la presenza a una fiera in Umbria o l’acquisto di un macchinario in Emilia Romagna, poi smentiti dalle indagini tecniche. Uno dei componenti, individuato come “palo”, è stato sorpreso mentre stazionava per oltre tre ore in prossimità della rotatoria d’innesto sull’Aurelia, effettuando una telefonata proprio quando i furgoni blindati partivano.

Le prove e gli arresti

Durante le perquisizioni, è stato rinvenuto un telefono burner ancora caldo tra le ceneri di un fuoco usato per distruggere prove. Le analisi STUB condotte dal RIS di Cagliari su due indagati hanno confermato il contatto con polveri da sparo. Sono inoltre state recuperate le auto utilizzate per la fuga, nascoste in zone impervie del Pisano.

I reati contestati sono:

  • rapina pluriaggravata
  • detenzione e porto illegale di armi da guerra e comuni
  • detenzione di esplosivi
  • furto pluriaggravato
  • ricettazione

I profili degli indagati e le esigenze cautelari

Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state emesse per il concreto pericolo di reiterazione di reati della stessa specie, vista la determinazione, l’organizzazione e l’accesso a mezzi letali dimostrati. Gli indagati sono anche sospettati di aver ridotto all’impotenza armata le guardie giurate durante l’assalto.

Le autorità sottolineano la straordinaria capacità logistica del gruppo, che ha operato in almeno cinque regioni: Toscana, Emilia-Romagna, Lazio, Umbria e Sardegna. L’assalto è stato l’esito di una preparazione iniziata almeno dal settembre 2024, quando furono rubati i veicoli e attivati i telefoni riservati.

Nel rispetto della presunzione d’innocenza, tutti gli indagati sono considerati non colpevoli fino a sentenza definitiva.

Fonte: www.carabinieri.it
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