Droga sulla spiaggia: 13 chili di cocaina trovati a La Maddalena

Una valigia abbandonata sulla sabbia vicino a Porto Massimo conteneva il carico, ora al centro delle indagini della Guardia di Finanza

Tredici chili di cocaina sono stati rinvenuti sulla battigia di una spiaggetta nei pressi di Porto Massimo, a La Maddalena, all’interno di una valigia apparentemente abbandonata. A scoprire il carico sono stati gli uomini della sezione navale della Guardia di Finanza, impegnati in un’attività di controllo costiero nella zona.

Il bagaglio, sospettosamente lasciato sulla sabbia, ha subito attirato l’attenzione dei militari, che, una volta aperto, hanno trovato al suo interno numerosi panetti di sostanza stupefacente. Le analisi preliminari hanno confermato che si tratta di cocaina per un totale di circa 13 chilogrammi, destinata con ogni probabilità al mercato illegale.

Nessun arresto o denuncia è stato emesso al momento, ma le ipotesi al vaglio degli inquirenti sono diverse. Il bagaglio potrebbe essere stato gettato in mare da una barca per evitare i controlli, in attesa che qualcuno lo recuperasse più tardi. Oppure, chi lo trasportava potrebbe averlo abbandonato in fretta e furia dopo essersi accorto della presenza delle forze dell’ordine. Non si esclude, inoltre, che la valigia possa essere stata parzialmente aperta o manomessa da terzi prima dell’arrivo della Guardia di Finanza.

Il rinvenimento ha fatto scattare immediate indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica, con il coinvolgimento delle unità antidroga. Le Fiamme Gialle stanno ricostruendo i movimenti via mare e le possibili rotte del narcotraffico nella zona dell’arcipelago maddalenino, da tempo osservata speciale per i traffici illeciti che sfruttano la complessità della costa e l’afflusso turistico.

La droga sequestrata ha un valore stimato sul mercato nero di diverse centinaia di migliaia di euro, un carico che potrebbe rivelarsi cruciale per comprendere le dinamiche di approvvigionamento e smistamento dello stupefacente nel nord della Sardegna.

Le indagini, ancora in fase iniziale, puntano ora all’identificazione dei responsabili, anche tramite l’analisi di eventuali impronte, tracce biologiche e riprese di videosorveglianza. Gli investigatori stanno inoltre monitorando le comunicazioni e i movimenti sospetti via mare nei giorni precedenti al ritrovamento.

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