Cagliari celebra la “mezza rivoluzione”: le Famiglie Arcobaleno accolte in Municipio dopo la sentenza della Consulta

Incontro con Massimo Zedda e i sindaci dell’area metropolitana per discutere l’applicazione concreta della storica decisione sui diritti della madre intenzionale

È stato un momento di confronto autentico e partecipato quello tenutosi a Cagliari nella Sala consiliare del Palazzo Civico, dove istituzioni e associazioni si sono riunite per celebrare la sentenza n. 68/2025 della Corte Costituzionale, che ha riconosciuto il diritto alla genitorialità della madre intenzionale, aprendo un nuovo capitolo nella tutela delle Famiglie Arcobaleno.

Promosso dall’associazione Famiglie Arcobaleno, l’incontro ha visto la presenza del sindaco Massimo Zedda, della vicesindaca Cristina Mancini, di esponenti della Giunta e del Consiglio comunale di Cagliari, oltre a delegazioni dei Comuni della Città metropolitana e a numerose realtà dell’associazionismo LGBTQIA+ tra cui Rete Lenford, Agedo, ARC, Unica LGBT, Baa Bà APS e Asqu.

“La Corte Costituzionale ha colmato un vuoto lasciato dalla politica”, ha dichiarato Zedda, sottolineando come il Comune di Cagliari abbia applicato immediatamente la sentenza, consentendo a una bambina di essere ufficialmente riconosciuta con due madri. “Proprio dalle amministrazioni locali – ha aggiunto – è partita una primavera dei diritti: ora la Città metropolitana è pronta a supportare l’applicazione concreta nei registri civili”.

Durante la serata, Silvia De Simone, referente di Famiglie Arcobaleno Sardegna, ha definito il pronunciamento della Consulta come “una mezza rivoluzione”, spiegando che dopo anni di battaglie le donne che hanno avuto figli tramite PMA (Procreazione Medicalmente Assistita) sono finalmente riconosciute come madri. Il provvedimento, ha ricordato, è retroattivo: gli atti di nascita passati possono essere corretti, dando finalmente forma giuridica a legami affettivi già esistenti da anni.

Numerosi interventi si sono susseguiti a sostegno dell’applicazione concreta della sentenza. Pietro Pisu, sindaco di Quartucciu, ha parlato di “un diritto inviolabile dell’essere umano: l’amore”, mentre Barbara Pusceddu, sindaca di Sinnai, ha garantito che la Città metropolitana si impegnerà a creare una rete di sostegno per le amministrazioni locali.

A portare un contributo tecnico è stato Filippo Viola della Rete Lenford, che ha sottolineato la necessità di formare gli operatori degli enti locali, sia sul riconoscimento delle famiglie omogenitoriali, sia su altri aspetti cruciali come la gestazione per altri e la rettifica anagrafica del genere.

La conclusione è stata affidata a Francesca Loi, referente interna di Famiglie Arcobaleno, che ha allargato lo sguardo a una dimensione più intima e collettiva: “Questa sentenza è importante anche per le nonne e i nonni. Di questo villaggio dei diritti fate parte anche voi amministrazioni.”

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