La Sardegna si prepara a discutere e approvare una legge sul fine vita entro l’estate. A confermarlo è stata Carla Fundoni, presidente della commissione Sanità, al termine delle audizioni sul testo che raccoglie le proposte di tutti i partiti del Campo largo, e che ricalca il modello promosso dall’associazione Luca Coscioni nelle altre regioni italiane. Domani la commissione avvierà la discussione generale sul testo e Fundoni ha dichiarato con convinzione che la legge vedrà la luce prima della pausa estiva. “Sarà un provvedimento equilibrato”, ha sottolineato, “che terrà conto di tutte le posizioni emerse durante i lavori preparatori”.
L’ultima audizione, quella del professor Giuseppe Castello, medico e docente di bioetica, ha suscitato un ampio dibattito. Castello ha espresso una visione in cui il bene della vita viene posto accanto al valore della libertà, sostenendo che un paese democratico non dovrebbe arrogarsi il diritto di decidere sulla morte, escludendo la pena di morte. Tuttavia, il professore ha sollevato una riflessione provocatoria: “Se il corpo è mio, perché non dovrei avere il diritto di disporne liberamente, vendendo un rene, ad esempio?” Ha aggiunto che, pur comprendendo la sofferenza di chi chiede di essere aiutato a suicidarsi, è cruciale accertare che la richiesta non sia legata a ragioni emotive o psicologiche piuttosto che a una reale condizione di malattia. Inoltre, ha evidenziato l’importanza di garantire cure palliative accessibili a tutti in Sardegna, un servizio che ad oggi non sempre è disponibile in modo capillare.
La commissione Sanità è convocata per domani alle 15:30 per la discussione generale e il passaggio agli articoli. Il testo, se approvato, potrebbe arrivare in Aula nelle prossime settimane, con il voto finale che potrebbe sancire l’adozione della legge sul fine vita.