È scontro aperto tra Regione Sardegna e Governo centrale sul progetto per la realizzazione di un impianto fotovoltaico da 37 ettari sul colle di Sant’Ignazio a Cagliari, promosso dall’Agenzia Difesa Servizi attraverso un bando pubblicato lo scorso 5 giugno. A esprimere una ferma contrarietà è la presidente della Regione, Alessandra Todde, che definisce l’iniziativa “un atto inaccettabile”, denunciando la mancanza di confronto istituzionale e il mancato rispetto dello Statuto autonomo.
Il colle di Sant’Ignazio è un’area militare dismessa compresa nell’accordo Stato-Regione del 2008, sottolinea Todde, e da tempo destinata a un recupero sociale e culturale, come indicato anche dal Piano Urbanistico Comunale di Cagliari, che la classifica come zona di conservazione ambientale. Si tratta, inoltre, di un’area vissuta quotidianamente dai cittadini, meta di attività all’aria aperta, sport, passeggiate e osservazione del paesaggio urbano.
“Deve essere restituita ai sardi, come prevede l’articolo 14 del nostro Statuto”, dichiara la presidente, che contesta duramente la decisione del Governo di mettere a gara l’area senza alcuna concertazione con la Regione o con il Comune di Cagliari. Un’azione definita come “calata dall’alto”, che rappresenterebbe una violazione delle prerogative territoriali e un colpo alla programmazione autonoma della Sardegna.
L’intento del bando, nell’ambito del programma nazionale “Energia 5.0”, è quello di valorizzare il patrimonio demaniale militare dismesso, attraverso l’installazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile. Tuttavia, per la presidente Todde, la transizione ecologica non può avvenire a scapito del paesaggio, della storia e dei diritti delle comunità locali.
“Noi non lo permetteremo”, ha affermato con fermezza, annunciando che la Regione si opporrà “in tutte le sedi giuridiche e politiche” per difendere il diritto della Sardegna a gestire il proprio territorio e decidere in autonomia sul futuro dei propri beni pubblici.
La posizione della presidente si aggiunge a una crescente mobilitazione istituzionale e popolare contro il progetto, che coinvolge autorità regionali, forze politiche trasversali e associazioni locali. Il colle di Sant’Ignazio, considerato uno dei promontori più significativi di Cagliari, rischia di trasformarsi in un impianto industriale, secondo i critici, snaturando il suo valore storico, ambientale e identitario.