La situazione della fauna selvatica nell’Oristanese continua a destare grande preoccupazione. Con il passare dei mesi, cresce il numero dei danni causati da cinghiali, cornacchie e altre specie animali, che mettono seriamente a rischio l’equilibrio agricolo e la sicurezza dei cittadini. Coldiretti Oristano denuncia il crescente impatto negativo che questi animali stanno avendo sulle attività agricole e sulle strutture aziendali, costringendo gli agricoltori e gli allevatori a fare i conti con ingenti danni economici e un aumento dei pericoli sulle strade.
I danni e l’urgenza di risposte concrete
Le incursioni dei cinghiali, delle cornacchie e dei cervi (quest’ultimi, seppur protetti, necessitano di un monitoraggio costante) stanno devastando terreni, danneggiando raccolti di cereali, ortaggi e frutta, e compromettendo la produzione agricola. Interi campi sono stati distrutti, con recinzioni divelte e strutture aziendali seriamente danneggiate. L’aggravarsi della situazione sta portando ad un bilancio economico sempre più pesante per le aziende locali, con costi di gestione alle stelle e un incasso in continua diminuzione. Il problema si estende anche alla sicurezza stradale, poiché gli animali selvatici attraversano frequentemente le vie, mettendo in pericolo l’incolumità delle persone.
Nonostante le segnalazioni e le richieste di intervento da parte di Coldiretti Oristano, il Piano di contenimento approvato dalla Provincia non sembra aver dato i frutti sperati. Paolo Corrias, presidente di Coldiretti Oristano, ha ribadito che, a oltre un anno dalla sua approvazione, i risultati sono deludenti e che il piano non è riuscito a contrastare adeguatamente la proliferazione delle specie selvatiche. “Non gestire il territorio non significa rispettarlo”, ha sottolineato Corrias, evidenziando come l’abbandono e la mancata regolamentazione possano compromettere l’ambiente e l’equilibrio ecologico.
Le richieste di Coldiretti
In una lettera inviata al commissario della Provincia, Coldiretti ha sollecitato risposte urgenti e concrete per fronteggiare l’emergenza. Tra le richieste avanzate c’è la necessità di un confronto immediato sull’attualità del Piano Operativo di Gestione e Controllo dei cinghiali, per valutare i risultati ottenuti finora e gli ostacoli riscontrati. La lettera sollecita anche l’introduzione di misure più incisive e l’uso ottimale degli strumenti disponibili per il contenimento della fauna selvatica.
Il direttore Emanuele Spanò ha aggiunto che le risposte ricevute dalla Provincia sono state parziali e inadeguate, senza affrontare il cuore del problema. Coldiretti ha quindi ribadito l’urgenza di azioni coordinate, che possano garantire un reale riscontro sul campo e tutelare le aziende agricole, le famiglie e le comunità locali. La situazione, infatti, sta mettendo in ginocchio le attività produttive, soprattutto nelle zone pianeggianti e collinari, dove l’agricoltura è fortemente vocata alla coltivazione di ortive, frutta, cereali e foraggi per il bestiame.