Un lungo cammino di fede, tradizione e devozione ha nuovamente unito la Sardegna in uno degli eventi religiosi più sentiti dell’isola. Dopo la sosta a Su Loi, Sant’Efisio ha proseguito il suo percorso verso Sarroch, salutato con commozione dai lavoratori lungo il tragitto, prima di trovare accoglienza notturna nel paese. Questa mattina, ha lasciato Villa San Pietro per dirigersi a Pula, dove si rinnoverà il voto solenne pronunciato 369 anni fa dai cittadini di Cagliari, un patto di fede che continua a essere onorato con profonda partecipazione.
L’evento ha visto una partecipazione straordinaria, trasformando Cagliari in un grande teatro all’aperto di storia e spiritualità. Ieri, la città si è vestita a festa per accogliere la processione partita dallo storico quartiere di Stampace, accompagnata da una folla entusiasta di fedeli e turisti. L’atmosfera era carica di profumi, colori e musica, mentre migliaia di persone, arrivate da ogni angolo della Sardegna, hanno reso omaggio al Santo Martire.
L’apertura della processione è stata affidata alle tradizionali traccas, carretti decorati trainati da buoi provenienti da paesi come Pula e Guasila, che hanno offerto rappresentazioni delle antiche usanze locali. A seguire, i gruppi folk hanno sfilato con i loro abiti tipici, ricchi di ricami e dettagli unici, testimoni dell’identità culturale di ciascun comune.
Particolarmente suggestivo il passaggio dei cavalieri e dei miliziani, che con la loro presenza hanno aggiunto solennità alla cerimonia. Al centro della scena, l’Alter Nos – rappresentante civico del sindaco – quest’anno impersonato da Marzia Cillocco, ha preceduto l’arrivo di Efisio, che è stato accolto da una cascata di petali e dagli applausi di una comunità profondamente legata al suo Santo.
Domenica si concluderà il pellegrinaggio con il ritorno del simulacro a Cagliari, momento in cui verrà simbolicamente sciolto il voto del 1656, quando la città invocò la protezione del martire per porre fine alla peste. Un atto che, nonostante il trascorrere dei secoli, mantiene intatta la sua forza spirituale, legando presente e passato in una testimonianza viva di identità e fede popolare.