È finita con un arresto domiciliare con braccialetto elettronico l’indagine sull’incendio che lo scorso 29 maggio ha minacciato le campagne di Pula, mettendo in pericolo abitazioni e infrastrutture strategiche nei pressi di Sarroch, inclusa la raffineria della Saras. A stringere il cerchio è stato il Corpo Forestale della Regione Sardegna, che ha eseguito l’arresto ieri sera, dopo settimane di accertamenti.
L’allarme era partito nel primo pomeriggio del 29 maggio, quando un violento rogo, spinto dal vento, aveva rapidamente guadagnato terreno nelle aree rurali di Su Leunaxi, a ridosso della zona industriale. Immediato l’intervento delle squadre antincendio: sedici operatori, tra forestali, vigili del fuoco e barracelli di Sarroch, erano entrati in azione con cinque mezzi antincendio, supportati da un elicottero regionale decollato dalla base di Pula.
Le fiamme avevano rappresentato un serio pericolo per le abitazioni e per gli impianti industriali della zona, richiedendo un’azione rapida e coordinata per evitare il peggio. Solo dopo ore di lavoro, le squadre erano riuscite a contenere e spegnere l’incendio.
Una volta messa in sicurezza l’area, sono partite le indagini per risalire all’origine del rogo. Gli investigatori hanno subito individuato nel punto di innesco un ordigno incendiario di tipo artigianale, chiaro segnale di un incendio doloso. Da lì, l’analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza e la tracciatura dei movimenti di un veicolo sospetto hanno portato all’identificazione di un uomo, già noto alle forze dell’ordine.
Una successiva perquisizione ha permesso di raccogliere ulteriori elementi utili, culminati nell’arresto del sospetto, che ora si trova agli arresti domiciliari sotto controllo elettronico.
L’operazione è stata accolta con favore dalle autorità locali, che hanno ribadito la tolleranza zero verso i reati ambientali, in particolare gli incendi dolosi che ogni anno devastano il territorio sardo, mettendo a rischio vite umane, ecosistemi e attività economiche.