Andrea Capone, ex calciatore rossoblù, sarebbe morto a causa di un problema cardiaco. Questo è quanto emerso dall’autopsia eseguita presso l’Ospedale Brotzu dal medico legale Roberto Demontis. L’esame, durato diverse ore, ha rilevato una condizione di possibile ingrossamento del cuore, motivo per cui sono stati eseguiti ulteriori accertamenti. La Procura ha aperto un fascicolo per omissione di soccorso, senza indagati al momento, con l’obiettivo di chiarire se qualcuno avrebbe potuto intervenire prima del tragico ritrovamento del corpo nella suite di un hotel.
Il Pubblico Ministero Marco Cocco ha disposto l’autopsia per raccogliere informazioni dettagliate sulle circostanze del decesso e verificare se ci siano stati momenti in cui un intervento tempestivo avrebbe potuto evitare la tragedia. Non ci sono ancora persone iscritte nel registro degli indagati, ma l’indagine mira a far luce sulla possibilità che il malore di Capone potesse essere segnalato e affrontato con l’aiuto di soccorsi adeguati.
Durante l’autopsia, è stato espiantato il cuore dell’ex calciatore per consentire una serie di analisi specifiche. Il cuore, che sarebbe apparso ingrossato, sarà ora sottoposto a ulteriori accertamenti da parte di un esperto, al fine di determinare eventuali patologie sottostanti che potrebbero aver contribuito al decesso improvviso. Filippo Monni, Consulente indicato dai Legali Giambattista Alimonda e Pier Andrea Setzu, rappresentanti della famiglia Capone, ha partecipato agli accertamenti, contribuendo a garantire che l’indagine venga svolta con la massima accuratezza.
La famiglia di Andrea Capone è ora in attesa della restituzione del corpo, che potrebbe avvenire già da oggi, per procedere con i preparativi del funerale. Il dolore per la perdita di Capone è accompagnato dalla necessità di avere risposte chiare sulle circostanze del suo decesso, in particolare se ci siano state omissioni che potrebbero aver impedito un soccorso tempestivo.
La tragica scomparsa di Andrea Capone ha suscitato profonda commozione sia tra i tifosi rossoblù che tra gli ex compagni di squadra. Il calciatore, che aveva solo 43 anni, era amato e rispettato nel mondo del calcio per la sua determinazione e il suo spirito di squadra. L’intera comunità sportiva si è stretta intorno ai familiari, attendendo di poter dare l’ultimo saluto al loro campione.
L’esame autoptico è stato fondamentale per fornire le prime risposte, ma ulteriori analisi sono necessarie per comprendere completamente le cause della morte e se sia possibile attribuire responsabilità ad altre persone per un mancato soccorso. La Procura si concentra soprattutto sulla fase antecedente al decesso, cercando di stabilire se ci siano state segnalazioni ignorate o se l’evento sia stato del tutto improvviso e inevitabile.
Con l’affidamento dell’analisi del cuore e dei campioni prelevati a un esperto, sarà possibile chiarire eventuali anomalie che potrebbero aver contribuito al decesso. Questi esami saranno cruciali per determinare se ci fossero patologie non diagnosticate che avrebbero potuto manifestarsi con segni premonitori, e se tali segni siano stati notati e sottovalutati da eventuali presenti.